lunedì 25 giugno 2018

Minoranza.




C'è spesso una specie di sibilo dentro le mie orecchie, generalmente un suono indeterminato che comunque appare fine, aggraziato, quasi piacevole, e che emerge soltanto a tratti sopra ai soliti rumori infernali della mia giornata. Mi ritrovo  a seguirlo mentalmente qualche volta, e sento mentre lo ascolto che lui evolve rapidamente e in modo autonomo verso alcuni accordi, a volte giungendo a dipanarsi brevemente in un’armonia dolce, squisita, quasi come una carezza. La maggior parte delle persone che mi capita di incontrare durante i miei spostamenti quotidiani non si accorge assolutamente di un bel niente, anche perché forse non ha la minima idea di quanta ricchezza riesca a possedere anche una sola persona, e se solo cercassi di spiegarlo, chiunque di loro mi prenderebbe semplicemente per un matto. In sostanza i più non riuscirebbero neppure a farsene una ragione vera, perché quasi tutti ormai ritengono che il mondo in generale si esaurisca in loro oppure accanto a loro. Solo alcuni, persone forse più attente, individui da ritenere probabilmente più sensibili, comprendono e mettono in conto che ci possa essere qualcosa del quale, pur non sapendone quasi nulla, risultano senz’altro incuriositi, e si dimostrano persino attratti da elementi che purtroppo a loro sono sfuggiti fino adesso.
Il mio sibilo interno prosegue mentre parlo del più o del meno con qualcuno, ed io cerco di esprimere come posso tutte le mie opinioni, e mi viene anche da sorridere ogni volta che uno di questi con cui scambio dei pensieri cerca di convincermi che non c’è proprio nient’altro alla fine di quello che lui riesce a tratteggiare, non c’è niente alla fine delle sue idee e delle semplici parole che è capace di utilizzare intorno ad ogni argomento. I miei accordi musicali li sovrastano mentre continuo comunque ad ascoltarli, e tutto nasce proprio dalla semplicità di quanto gira dentro la mia testa, anche se poi sembra tentare come di ammutolirli, pur restando un’altra cosa, un’altra realtà, un diverso modo di intendere ogni cosa proprio per le motivazioni che la mia musica interna sembra porti avanti. Mi accorgo subito, quando incontro una persona che, al contrario di questa maggioranza di soggetti, riconosce subito l’armonia che tra noi potrebbe essere in comune ed è consapevole come me che la realtà sta proprio in altro modo, cioè non così determinata e definita come si vorrebbe, ma piena di infinite sfumature, che qualcosa inizia subito a legare in qualche maniera i nostri pensieri, lasciandoli più liberi, meno terreni, capaci di evoluzioni senz’altro positive e interessanti.
Poi saluto tutti e me ne vado verso le cose che normalmente più mi attraggono, e quando mi ritrovo ormai da solo, ripenso subito a quanto sono stato capace di essere me stesso con chi ho incontrato: non lo so per certo, questa è la verità, ma penso che chiunque abbia avuto qualcosa per cui esprimere in piena libertà il proprio pensiero, si possa adesso ritenere soddisfatto, anche se alla fine c’è sempre stato il mio sibilo ad indicare una diversa appartenenza di tutte le mie idee, che anche se non sono state condivise dalla maggior parte delle persone con cui ho avuto la fortuna di parlare, comunque hanno indicato una precisa direzione di cui adesso essere orgogliosi, fino a comprendere che non poteva proprio essere in nessun’altra maniera.


Bruno Magnolfi   

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