mercoledì 25 maggio 2022

Equilibrio instabile.


Sono solo, penso mentre guido. Solo con le mie mani dure, callose, capaci persino di torcere anche il ferro se occorresse. Non è certo questo ciò che voglio, o quello che volevo, ma in ogni caso so che è doveroso adattarsi, piegare la testa alle esigenze del momento. Dobbiamo essere solidali, condividere le nostre esperienze, stare assieme con gusto, senza mai fingere, ed io penso che in questo viaggio, personalmente, io stia dando il massimo delle mie possibilità. Non critico gli altri, non ho niente da dire sul loro comportamento, anche se oramai avverto una notevole distanza tra tutti, quasi uno spiccato individualismo che ben caratterizza ognuno di noi. I pranzi e le cene nel camper si susseguono ogni giorno, e si cerca di mostrarci sempre capaci di apprezzare questa nostra piccola compagnia. Ma non abbiamo più quell’entusiasmo che doveva sorreggere il progetto, e siamo disposti ad accendere delle polemiche anche per le cose più stupide e meno importanti.

Non so, non sono capace di cambiare le cose. Preferirei dover combattere contro qualcosa di definito, piuttosto che assistere a dei malumori che spesso neanche comprendo. Vado avanti, mi piacerebbe gridare forte che non possiamo arrenderci in questo modo, lasciare che tutto si sgretoli come se non fosse mai esistita l’amicizia tra di noi. Poi lascio perdere, tengo d’occhio la lancetta del carburante, controllo sempre la cisterna dell’acqua, cerco di stare attento in modo che non ci accada niente di spiacevole, e che non manchi mai nulla di quello che ci serve.

Oggi abbiamo deciso di fare un salto fino a Guingamp prima di tornare sulla costa, giusto per fermarsi in un supermercato a fare acquisti, e poi da un benzinaio per rifornirsi d’acqua, bene primario dentro un camper come il nostro. <<Sembra che il centro storico sia proprio da vedere>>, dice Sandra che sta scrutando come al solito una guida turistica della Bretagna. <<Non è una cittadina molto grande>>, aggiunge, <<basta un giro a piedi per riuscire a vedere rapidamente gli edifici più antichi e interessanti>>. Lina e Renato intanto sembra che non abbiano opinioni in merito, ma comunque sia, naturalmente possiamo tutti dire la nostra opinione al momento in cui saremo giunti sul posto. Però non capisco come mai sia ormai più facile trovare un rapido accordo tra me e Sandra, in merito a delle semplici decisioni, piuttosto che con mia moglie e con Renato, che appaiono sempre distaccati, assenti, poco interessati a tutto.

<<C’è anche il bel castello di Lizandré, lungo la strada  che ci riporta verso la costa>>, dice ancora Sandra; <<potremmo  fare anche una piccola sosta da quelle parti, e poi cercare un posto adatto per fermarci davanti alla spiaggia di Palus, che dovrebbe essere incantevole>>. Nessuno risponde, come se le sue congetture fossero qualcosa che non riguarda minimamente gli altri. Attendo un attimo, ed infine, mentre mi lascio sorpassare da una Renault grigia frettolosa, dico a voce alta: <<ma certo>>, tanto per far vedere che almeno qualcuno sul nostro camper ha ancora voglia di visitare questa benedetta Bretagna, ed anche di cercare dei bei posti. Mia moglie Lina allora, forse per non passare come una persona troppo scostante, dice che le piacerebbe cucinare per questa sera qualcosa di tradizionale per il luogo, come i famosi gamberi e le capesante. Tutti noi sembriamo d’accordo, anche senza dare un minimo accenno positivo alla proposta. Solo Renato, dopo un po’, dice che a lui piacerebbe anche mangiare della carne, prima o dopo. Nessuno gli dà retta, tanto dobbiamo ancora fermarci al supermercato, e poi vediamo che cosa hanno disponibile.

C’è un grande parcheggio nella piazza principale di Guingamp, e intorno anche parecchi edifici storici, oltre ad un Carrefour subito dietro, piuttosto ben fornito. Va tutto bene, penso in fretta mentre spengo il motore del nostro mezzo, appena trovato il parcheggio giusto che ci indica il navigatore. In fondo stiamo portando avanti esattamente tutto quello che avevamo stabilito. Forse non abbiamo trovato fino adesso un grande accordo tra di noi, ma alla fine dobbiamo pur accontentarci: abbiamo tutti e quattro dei caratteri diversi, non possiamo certo farci la guerra solo per questo stupido motivo. Abbiamo soltanto bisogno di una maggiore serenità probabilmente; ma io confido nel fatto che prima o dopo riusciremo a trovare il giusto equilibrio tra tutte le cose.

 

Bruno Magnolfi

martedì 17 maggio 2022

Senza rendersi conto.


Diario. 13° giorno. Non voglio lasciarmi andare anche io, come già hanno fatto gli altri, a questa specie di noia data dalle abitudini. Non avrei mai immaginato che una vacanza come la nostra potesse fare emergere in questo modo i sentimenti più bassi di ognuno, ma ho dovuto velocemente ricredermi. E comunque ancora cerco di resistere, non tanto per tentare di salvare qualcosa di questo viaggio, quanto per non dover dire in seguito a me stessa di essermi arresa senza nemmeno combattere. L'entusiasmo comunque adesso è solo un ricordo delle settimane avanti di partire, ed anche dei primissimi giorni di viaggio, perché tutto quanto in seguito ha come preso l’andazzo naturale delle cose ripetitive, quasi fastidiose nella loro monotonia, ma che fortunatamente, occorre dire, devono terminare tra poco insieme a tutta questa vacanza. La necessità che ho di apparire in qualsiasi momento allegra e positiva, fa in modo comunque che ogni mia lamentela finisca segretamente solo su questo diario, senza suggerire null'altro attorno a me. Oggi sono rimasta da sola con Renato e il nostro cagnolino, giusto per fare un giretto nei pressi del camper, e forse avrei anche potuto accennare qualcosa a mio marito, oppure chiedergli espressamente il proprio parere su quanto sta accadendo tra noi quattro. E invece mi sono limitata a dirgli qualche sciocchezza, come quasi sempre mi capita, forse per indole, e a parlare del cane, poi dei paesaggi, quindi delle prossime tappe, e di nient’altro. Mi sono vergognata in seguito di questa paura che quasi provo nel tirar fuori quello che penso davvero, ma è difficile in un contesto improvvisamente così delicato, cercare per me di essere differente dal solito.

Ogni giornata di questo viaggio è caratterizzata da mille sottili sfaccettature diverse, ed ognuna sembra offrire un ambito di riflessione che sposta purtroppo di pochissimo il quadro generale all’interno del quale proseguiamo a muoverci. Credo che ognuno di noi fino ad ora abbia tirato fuori da sé gli aspetti peggiori del proprio carattere, permettendo in generale il rinchiudersi sempre di più nei propri rispettivi convincimenti, senza lasciare neppure degli spiragli possibili, oppure delle possibilità di confronto, tra i nostri modi di interpretare un’esperienza come quella che stiamo vivendo. Personalmente non ho avuto fino adesso nessun serio motivo di discussione con Renato, ad esempio, ma il suo progressivo allontanarsi da me in certi momenti è risultato  talmente evidente da farmi sospettare le cose più assurde. Tra Lina e Antonio peraltro le cose non vanno certo in maniera migliore, mi pare. Persino quando ci mettiamo a tavola per la cena tutti e quattro insieme, è solitamente facile riscontrare quanto poco loro due si rivolgono direttamente qualche parola, e se lo fanno è soltanto per delle cose puramente ordinarie, mostrando subito comunque una distanza che a volte pare quasi incolmabile, come se non avessero assolutamente più niente da dirsi, se non proprio lo stretto necessario. Naturalmente immagino che le cose siano ben diverse quando sono da soli, ma nessuno dei due si lascia mai andare con me a qualche confidenza che possa aiutare la comprensione del loro rapporto attuale.

Persino tra Antonio e Renato non vedo più quella solidarietà che riscontravo nei periodi passati, avanti di partire: sembra quasi che ci sia al contrario una specie di astio sottile che ogni tanto emerge tra loro, come se fosse affiorato in questo viaggio un problema caratteriale mai risolto. Resto io da sola a cercare un equilibrio difficile tra le diverse personalità in gioco. Stasera, ad esempio, dico ad un tratto, mentre siamo nel camper: <<Si potrebbe fare un salto fino a Quimper, dopo la cena, oppure al centro di Concarneau; e magari infilarci in un locale a bere qualcosa e giocare alle carte>>. Ed è subito silenzio. Nessuno sembra voler rispondere per primo, quasi per non voler prendersi la paternità di una risposta qualsiasi ad una sciocchezza del genere. <<Va bene>>, dico allora ridendo con indifferenza per le loro mancate risposte. <<In questo caso decido io dove andare e anche cosa fare>>. Così indosso rapidamente la mia giacca migliore, dopo essermi pettinata e truccata per uscire, e poi organizzo le cose in maniera da mostrare a tutti quanti qualcosa di oramai stabilito. Alla fine, ancora senza dare risposta e senza dire niente, Antonio avvia il motore del camper, e gli altri due si preparano anche loro quasi accettando passivamente quanto proposto. Che fatica, penso poi; forse, oltre me, proprio nessuno vuole rendersi conto di sciupare tutto comportandosi in questa maniera.  

 

Bruno Magnolfi


lunedì 9 maggio 2022

Supposizioni.


Diario. 12° giorno. Oggi ho osservato Antonio più volte, e d'improvviso mi sono resa conto del vero motivo che spesso ci spinge a sentirci vicini durante questa vacanza, e certe volte, tra noi due, anche piuttosto solidali. Rappresentiamo senza ombra di dubbio il lato apparentemente più debole dei nostri rispettivi rapporti di coppia, cioè quello composto da quegli individui che forse mostrano una minore personalità, coloro che con maggiore facilità tendono generosamente a passare sopra a quelle affermazioni che a volte sembrano proprio non quadrare per niente, anche se ciò non significa per questo che rappresentano dei soggetti meno svegli di altri, oppure incapaci di rendersi conto davvero di quanto succede. Anzi, forse è proprio questo starsene maggiormente nell'ombra, che dimostra al meglio le nostre qualità; cioè quelle di coloro che non hanno bisogno, come invece fanno i nostri amati consorti, di tirare fuori obbligatoriamente dei pareri unici ed esclusivi su qualsiasi sciocchezza; e poi quando loro non riescono a mettersi del tutto in ottima luce, ecco che si disinteressano di ogni faccenda, lasciando a qualcun altro qualsiasi possibile iniziativa. Forse i nostri rispettivi matrimoni riescono addirittura a reggersi in piedi proprio grazie a questa nostra indubbia capacità di addolcire gli spigoli, ed il fatto che riteniamo tutto ciò ben più importante di ogni attrito sempre possibile con i duri caratteri di chi abbiamo sposato, questo non significa affatto che tutto in tale maniera venga riposto nelle mani dei nostri due coniugi. Naturalmente adesso questa consapevolezza improvvisa per me appare illuminante.

Così ho cercato di rimanere per qualche momento da sola con Toni, e mentre lui mi guardava senza del tutto comprendere bene cosa avessi voglia di dirgli, alla fine mi sono ingarbugliata talmente tanto con le parole da non riuscire a spiegarmi per niente. Lui però mi ha fatto un sorriso insieme ad una leggera carezza, e questo è stato sufficiente per confermare alla mia titubanza che quello che cercavo di dirgli era molto più semplice di qualsiasi discorso. Perciò mi sono sentita per tutta la giornata estremamente alleggerita di un peso che inizialmente non riuscivo a mettere a fuoco, ed il fatto che si sia quasi deciso alla fine di andarcene tutti a Nantes per concludere il nostro breve viaggio in terra di Bretagna, mi ha fatto sentire contenta, non tanto per essere riuscita a convincere gli altri ad avvicinarci ai gilet gialli e alle loro manifestazioni di piazza, quanto perché in questa maniera tutto quanto sembra assumere così un carattere di completezza.  

Ne avevamo già parlato diverse volte nei giorni passati di questa eventualità, ma sembrava sempre che io fossi la sola ad essere attratta dalle rivendicazioni popolari dei cittadini francesi. Persino mio marito Renato a bassa voce mi ha dato più volte della sognatrice, lasciando addirittura che Lina mi appellasse come se fossi ai suoi occhi una qualsiasi populista, mentre suo marito Antonio ha stentato ogni volta a prendere una vera posizione nel merito. Adesso invece sento che questo bagno romantico e sentimentale lungo le coste invernali della Bretagna, sta assumendo con quest’ultima tappa un vero e proprio senso di vita, lasciandoci andare a toccare con mano quanto avviene da un po’ di tempo lungo le strade delle maggiori città francesi. Sicuramente Lina e Renato hanno iniziato ad un certo punto a dare il loro debole assenso soltanto per disinteresse, lasciando a me e ad Antonio il compito di preoccuparci concretamente della faccenda, ma io finalmente, che ho sempre tenuto alto il proposito di partecipare ad un corteo dei gilet gialli, adesso sono anche contenta di aver tirato fuori almeno una parte della mia personalità.    

<<C’è un parcheggio scambiatore molto comodo per noi>>, è venuto a riferirmi più tardi Antonio, dopo aver consultato tutte le sue guide e le pagine elettroniche; <<con la rete tramviaria cittadina in poche decine di minuti siamo in piazza del Castello, e così possiamo visitare il centro di Nantes ed assistere alla manifestazione del sabato lungo la strada principale>>. In quel momento avrei voluto persino dargli un bacio di ringraziamento ad Antonio, ma mi sono subito trattenuta, anche per non mostrare un eccessivo interessamento a tutta quanta l’operazione. <<Va bene>>, gli ho detto invece; <<in fondo questa è anche una bella città ricca di giardini fluviali ed estremamente interessante; credo che fare un passaggio da là prima di tornarcene a casa, sia quasi doveroso>>. Lui mi ha sorriso di nuovo, e forse in quel momento un filo sottile di complicità tra noi due ha mostrato l’esattezza almeno di alcune tra le mie numerose supposizioni.

 

Bruno Magnolfi       

sabato 7 maggio 2022

Quasi giunti a destinazione.


            Non sono nessuno, penso mentre guardo la mia immagine riflessa nel piccolo specchio del bagno minimale del nostro camper. Le cose mi accadono, e forse, senza neppure rendermene conto, muovo maggiori argomenti di quelli che vorrei, tanto che alla fine non so cosa farmene di tutta l'importanza che pare assumere a volte ogni mio gesto ed ogni mia giornata, al punto che spesso non parlo neppure con gli altri, ma tendo sempre di più a non spiegare niente a nessuno di quanto mi gira dentro la testa. In fondo cerco di mandare avanti la vita di sempre, un'esistenza comune ritengo, eppure i miei comportamenti sembrano con facilità attorcigliarsi intorno alle cose che mi passano accanto, quasi per un moto proprio, senza l'intervento della mia volontà. Alla fine è stato sufficiente fare dei semplici complimenti ad una donna, una persona che conosco da sempre, parlarle con sincerità di ciò che mi ispira quando la guardo, e tutto è iniziato d’improvviso a girare velocemente come dentro una giostra, senza alcuna possibilità da parte mia di fermarla. È come se all'interno di un mio semplice e innocuo gesto d’inizio fosse già stato compreso tutto un seguito che sembra seguire a cascata, qualcosa che mai potevo immaginare, e dal quale, da un certo punto in avanti, purtroppo non potrei neanche sottrarmi. Non vorrei per nessuna ragione offendere qualcuno, tantomeno mancare di rispetto, ma alcune cose ormai hanno preso a marciare per conto proprio, ed io non capisco assolutamente come arrestarle.

            Poi esco da dentro il bagnetto, pulito e sbarbato, e mi lascio avvolgere dal caldo tepore della stufetta accesa del camper, mentre gli altri sono già tutti fuori, forse ad ammirare il bel panorama che abbiamo attorno, mi immagino, o a far correre il nostro cane su questa spiaggia. Ci siamo fermati per la notte in un luogo davvero incantevole, e prima di coricarci dentro le brande io e Lina ci siamo osservati un po’ di sfuggita, come se tramite i nostri sguardi potessero sistemarsi tutte le cose tra noi. Mi sono addormentato con i pensieri tutti attratti da lei, ma è chiaro che dobbiamo arrestarci, anche se non so come fare al punto in cui siamo. Forse mi è sembrato uno scherzo, un fatto divertente, qualcosa di cui forse poter ridere, quando le ho detto, all’inizio del nostro viaggio, che mi piacevano molto i suoi modi, la sua personalità, persino il profilo di quel suo viso quando lei si ferma ad osservare qualcosa lontano, qualcosa che in quell’attimo mi era sembrato bellissimo. A lei è stato sufficiente sorridere, e tutto di colpo è sembrato vorticare rapidamente, senza più potersi arrestare. Magari quel giorno avevo bevuto un po’ troppo, oppure avevo lasciato soltanto che le parole scorressero da sole, senza alcun freno, ma certo è che adesso mi sento soprattutto una persona che possiede una propria razionalità, e che non può lasciarsi andare soltanto agli impulsi.

            Con Lina non ho più avuto alcun modo di affrontare questi argomenti, e lei sembra che stia distendendosi sopra a quei piccoli gesti che continuiamo di nascosto a scambiarci, come si fa su una spiaggia assolata, in estate. Solo che qui siamo in febbraio, e le spiagge bretoni che visitiamo in questa nostra vacanza, appaiono scure d’umidità, allagate da alte e continue onde oceaniche, spinte da un vento che percorre tutta la Manica, come una corrente d’aria in un corridoio tra due finestre rimaste socchiuse. Dobbiamo smetterla penso, soprattutto per il rispetto che è giusto portare ai nostri coniugi, che se solo immaginassero quello che stiamo pensando e facendo, resterebbero pietrificati, increduli, addirittura guardandoci come fossimo dei piccoli bambini che giocano. E magari è proprio così, vorrei dirle a Lina: due sciocchi che si sono fatti prendere da uno stupido svago, da una variabile impazzita delle nostre volontà.

            Rientrano d’improvviso tutti e tre dentro al camper, ed io dico a loro buongiorno in modo generico, senza riferirmi a nessuno in particolare; poi mi giro verso il lunotto posteriore, come per cercare di osservare, anche io, almeno una parte di quello che probabilmente loro hanno appena ammirato; ma infine mi volto, e Lina è subito lì, con la sua stessa espressione che ancora mi piace, e che mi getta un’occhiata veloce come a voler dire già tutto. Parliamo d’altro, si fanno dei propositi per la giornata, mia moglie mi accarezza appena la faccia sbarbata ridendo, Antonio dice che oggi dobbiamo ancora spingerci verso il sud della Bretagna, seguendo il profilo della costa ma senza allontanarci troppo da questi luoghi, perché ci sono molte cose ancora da vedere, e non possiamo certo lasciarle perdere, proprio adesso che siamo giunti fin qui.

 

            Bruno Magnolfi