mercoledì 12 luglio 2023

Come ogni giorno.


            Certe volte, mentre di mattina sono in casa a rifare i letti o a sistemare nel frigo gli acquisti appena scelti tra gli scaffali del piccolo supermercato di questo quartiere, mi ritrovo a parlare da sola. Non a bassa voce, come per sentire semplicemente il suono dei miei stessi pensieri, bensì usando un tono normale, quasi affrontassi un vero dialogo con qualcuno già presente nella stanza dove mi trovo. Non è la solitudine che cerco di scacciare in questa maniera, piuttosto provo a spiegare per l’ennesima volta, a chi potrebbe ascoltarmi, le ragioni per cui sto bene, mi sento bene, sono sostanzialmente appagata. A quell’ora i miei figli sono a scuola, e mio marito naturalmente è impegnato con il suo lavoro. Ed io assaporo la soddisfazione di poter far girare perfettamente e come ogni giorno il nostro meccanismo familiare, mantenendo il decoro e la pulizia della casa, e preparando tutto al meglio possibile nel nostro rifugio, assolutamente prima del loro rientro. Qualcuno, negli anni passati, mi ha fatto notare, in alcune occasioni e naturalmente con un certo tatto, che io sarei una persona che sa semplicemente accontentarsi di ciò che si trova sottomano, anche se io ho spesso ribattuto che questa è davvero soltanto la vita che ho sempre desiderato. Un'amica, diversi anni addietro, mi aveva anche spiegato, secondo il proprio parere, quanto io forse potrei essere nel mio intimo una donna impaurita da tutto, che probabilmente già nel passato amava rifugiarsi molto spesso tra le maglie del tessuto che ha sempre trovato maggiormente disponibile attorno a sé, ma io le ho soltanto sorriso quella volta, convinta di non avere bisogno di spiegare proprio niente dei miei comportamenti.

Non mi interessa chiarire a qualcuno i motivi del mio agire, sempre che ce ne siano di evidenti tra quelli che mi fanno essere così come sono, e poi ritengo di essere parte della schiera di quelle persone semplici che non stanno ad indagare troppo sulle scelte o sui propositi che maturano. Lascio scorrere le giornate sulla falsariga dei miei naturali interessi, senza mai costruirne di artefatti. Quando mio marito e i miei due figli rientrano nel nostro appartamento, mi sento d'improvviso completata: la casa è in ordine, e tutto ciò, durante lo scorrere della giornata intensa che mi ha accompagnato senza mai lasciarmi fermare, che potevo sistemare per la mia famiglia, sono sicura di averlo fatto, ed alla fine mi sento la coscienza perfettamente a posto, e sono contenta quando loro si accorgono del mio impegno e dei miei sacrifici per tenere tutto a posto e anche in ordine, proprio come dev'essere, secondo il mio parere. Mio marito non sorride quasi mai mentre mi dà il suo piccolo rapido bacio rientrando in casa, ma io sono sicura che lui è felice di ritrovarsi qui, nel seno della sua famiglia, quella che riempie di senso anche la sua dura giornata lavorativa. <<Come va?>>, mi chiede certe volte, ed io gli rispondo sempre che è tutto a posto, specialmente adesso che lui è qui, e che qualsiasi cosa procede come dovrebbe. Certo, il senso di colpa che provo facilmente quando non svolgo adeguatamente i miei compiti, lo avverto sempre dietro di me, pronto ad entrare in azione.

L'ultimo a tornare a casa naturalmente è Federico, ogni volta con la testa persa dietro qualcosa che lo incuriosisce, anche se magari non fa neanche parte minimamente dei suoi veri interessi. <<Niente di nuovo>>, mi dice dopo avermi lanciato un saluto, alla mia domanda generica sulle novità della giornata, e la sua affermazione è contemporaneamente per me una delusione ed anche una frase rassicurante, tanto da chiudere subito la porta a qualsiasi altro quesito. Marco invece credo mi assomigli di più, ed il suo atteggiamento protettivo nei confronti dei propri pensieri, è la riprova che ogni dato importante della sua giornata avviene solo ed esclusivamente nella propria testa, in mezzo ai tanti pensieri da cui sicuramente è abitata. Lui è riflessivo, lascia sempre che siano gli altri a fare una mossa, salvo poi tirare fuori un commento sintetico, certe volte ristretto ad una sola parola, oppure uno sguardo. Con lui difatti non mi serve neppure parlare: mi lancia un'occhiata veloce ed io so che va tutto bene, le cose procedono, ciò che per qualche motivo desiderava svolgere si è realizzato.

<<Chi mi racconta qualcosa della propria giornata?>>, dico qualche volta a tutt'e tre, tanto per stuzzicarli, ma la cosa che ottengo più spesso è che ognuno indichi l'altro per raccogliere quella sfida, ed alla fine sono io stessa che parlo di quelle solite sciocchezze che mi sono accadute. Mio marito e i miei figli però mi ascoltano, ed anche se non hanno commenti da fare, io sono sicura che riescono facilmente a mettersi nei panni di una madre di famiglia. Ed anche se forse non c'è proprio niente in me da invidiare, sicuramente avvertono nelle mie parole la contentezza di averli di nuovo qui, di fronte a me, esattamente come ogni giorno.

 

Bruno Magnolfi