Forse non sarebbe stato il caso di
rispondere subito che per noi andava benissimo, dice lei mentre suo marito
prosegue a guidare con attenzione e a velocità moderata. Però non si poteva
neppure fare troppo gli scortesi, obietta lui. Lo so, insiste lei, in ogni caso
potevamo inventarci qualcosa per rimandare almeno di una settimana o due questo
benedetto invito a cena a casa loro. Tanto più che probabilmente era proprio
ciò che si aspettavano da noi, ritrovandosi in questo modo anche a disagio da
questo nostro comportamento così inaspettatamente deciso e anche troppo pieno
di entusiasmo, che tu chissà perché hai voluto subito mostrare.
Credo invece che in casi del genere,
continua lei, di fronte ad un invito in apparenza così delicato e gentile, si
debba sempre riflettere bene se sia proprio il caso di essere così definiti
nella risposta, soprattutto perché ci può essere qualcosa sotto che non è stato
considerato adeguatamente e soprattutto a fondo. Vuoi dire quindi, fa lui, che
è probabile a loro non faccia del tutto piacere averci come ospiti stasera, e
che questo loro invito sia stato solo una cortesia nei nostri confronti. Ma
certo, fa lei, sono più che sicura che in questo esatto momento loro due stiano
addirittura sbuffando per il nostro scarso tatto nell’approfittare di una
semplice generosità mostrata giusto da alcune parole colloquiali messe lì tanto
per dire qualcosa.
Ma a me non sembrano i tipi di
persone che dicono una cosa pensandone una differente, spiega con grande
serietà il marito. Già, fa lei, e da quando in qua non si è vista, dietro ad un
invito del genere, una maniera facile e cortese per aprire semplicemente un
dialogo, un modo per mostrarsi semplicemente generosi, e vedere in questo modo
fino a che punto gli altri riescono appunto ad essere perspicaci sulle vere
intenzioni di chi compie il primo gesto? Il marito rallenta la corsa dell’auto
per osservare un’insegna col nome della strada, poi si ferma per guardare con più
calma il navigatore silenzioso che non sembra proprio voler indicare una direzione
precisa.
Siamo in zona, dice alla fine, ma
forse sono stati istituiti dei sensi deviati negli ultimi tempi, così non trovo
la via, spiega mentre spegne e riaccende l’apparecchio. Va bene, fa lei, tanto
siamo persino troppo in anticipo grazie a te, ed anche questa è una maniera
poco educata per presentarsi a casa di qualcuno. Ma se l’orario previsto è
passato già da una mezz’ora, fa lui togliendo e poi rinfilandosi gli occhiali.
Vorrei solo sapere quando dici: concediamo del tempo, cosa intendi per davvero.
Non so, fa subito lei guardandosi attorno, ma a me pare che questa serata non
stia funzionando, e che tutto quanto abbia il cattivo gusto di mettersi di
traverso.
D’accordo, fa lui, allora vuoi che
torniamo indietro dicendo loro con uno stringato messaggio sul cellulare che
non abbiamo trovato la strada e che sarà per un’altra volta? No, certo, dice la
moglie: però una scusa maggiormente plausibile la si può trovare facilmente,
anche a quest’ora; loro capiranno benissimo e si sentiranno sollevati, e in
fondo pure se hanno cucinato qualcosa, potranno certamente piazzare tutto
quanto nel congelatore e mangiare ogni pietanza con calma nei giorni a venire.
Dici sul serio?, fa lui. Ma certo, dice la moglie: in questo modo potremo anche
vedere se ci inviteranno nuovamente, o se, come immagino possibile, saranno
proprio loro ad aspettarsi un invito da noi, magari con un largo anticipo
vorranno sperare, e pure senza troppo entusiasmo stavolta da parte proprio di
nessuno, giusto per non essere fraintesi.
Bruno Magnolfi
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